La Pietra di Luna by Wlikie Collins

La Pietra di Luna by Wlikie Collins

autore:Wlikie Collins [Wlikie Collins]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788874175192
editore: REA
pubblicato: 2023-05-24T22:00:00+00:00


PARTE SECONDA

LA SCOPERTA DELLA VERITA'

PRIMO RACCONTO

Scritto dalla signorina Drusilla Clack, nipote del fu Sir Giovanni Verinder.

I

Debbo ai miei cari genitori, ora entrambi in Cielo, le abitudini di ordine e di regolarità che mi hanno accompagnata dall’infanzia fino ad oggi. Ricordo che in quei tempi beati mi si insegnava a tenere i capelli sempre ben pettinati, giorno e notte, e a mettere ogni sera i miei vestiti, accuratamente piegati, sulla stessa sedia, nello stesso ordine, alla stessa ora; e prima di far questo dovevo scrivere invariabilmente una pagina del mio diario.

Ed ho sempre continuato a piegare accuratamente i miei indumenti e a tenere il mio diario. Ora, ecco che quest’ultima abitudine si è inaspettatamente addimostrata importante per i miei umili interessi, nel senso che il diario mi ha data la possibilità di soddisfare il capriccio di un ricco membro della famiglia, e cioè del signor Franklin Blake.

Quando si è poveri, spesso si è dimenticati anche dai parenti. Tuttavia una lettera del signor Franklin Blake mi è giunta, nella cittadina nella quale dimoro per ragioni di economia, e che ha per me l’inestimabile vantaggio di possedere un parroco eloquente e un mercato nel quale si spende molto meglio che a Londra.

Ora, il capriccio del signor Franklin è questo: che io scriva tutto ciò che so di mia scienza del deplorevole scandalo dell’Occhio di Luna. Egli mi offre un compenso pecuniario, con quella indifferenza per la suscettibilità altrui che è propria dei ricchi. Debbo cosí rinnovellare penosi ricordi, e in compenso vedermi inferta un’altra ferita, sotto forma di un assegno, e cioè quello mandatomi dal signor Blake. Ho dovuto sostenere con me stessa un’aspra lotta; ma l’umiltà cristiana ha vinto il mio peccaminoso orgoglio, ed io ho finito col decidermi a scrivere il racconto richiestomi, che fortunatamente posso trarre dal mio diario, e ad accettare l’assegno.

Leggo nel mio diario, adunque, che il 3 luglio 1848, passando per caso in Montagu Square, vidi aperte le imposte della casa della zia Giulia. Pensai che ella potesse essere venuta a Londra, e che quindi fosse doveroso da parte mia informarmi. Andai senz’altro a suonare alla porta; e la cameriera che venne ad aprirmi, una ragazza troppo mondanamente adornata e dallo sguardo ardito, mi disse che mia zia e la figlia erano arrivate da qualche giorno e sarebbero rimaste a Londra per un po’ di tempo. Replicai che non volevo disturbarle, che desideravo semplicemente di far sapere loro che avrei voluto salutarle quando fosse stato possibile, e che mi mettevo a loro disposizione per qualsiasi cosa potesse occorrere.

La cameriera mi ascoltò e andò a portare il mio messaggio mantenendo un insolente silenzio. Ella è la figlia di un vecchio pagano a nome Betteredge, troppo, troppo a lungo tollerato nella casa di mia zia. Rimasta sola nell’atrio, mentre aspettavo pensai che avrei fatto opera meritoria a cogliere l’occasione per lasciare a quell’impertinente ragazza uno di quegli opuscoli di cui sono sempre provvista, èditi da veri cristiani e che vogliono essere una saggia guida nelle cose piú interessanti della vita in rapporto alla nostra futura salvezza.



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